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Tempo zero:

Il topino nella sua gabbietta ha due leve una nera ed una gialla.

Preme la leva nera e riceve una piccola punizione (per esempio una piccola scarica elettrica)  , preme la leva gialla e riceve una piccola  gratificazione (per esempio un piccolo pezzo di formaggio).

Dopo  alcune prove con ciascuna delle due leve  il topino avrà capito tutto e continuerà a premere solamente la leva gialla e vivrà grasso e felice.

 

Tempo primo:

Una leggera stimolazione dolorosa può suscitare immediatamente dopo in taluni una sensazione piacevole e perfino l’eccitazione sessuale.

Questa condizione potrebbe  richiamare un meccanismo iniziale della vita psichica del bambino/a.

Ipotizziamo che il nuovo nato nasca in un ambito familiare di genitori psichicamente adulti e quindi psichicamente favorevoli alla crescita psichica.

Uno dei primi stimoli (poco importa quì se proveniente dall’inconscio del bambino/a o dall’ambiente parentale)  teso ad innescare il processo di crescita psichica potrebbe produrre dapprima nella coscienza una resistenza (una piccola sofferenza)  seguita subito dopo  dalla gratificazione del’attivazione dei primi meccanismi mutageni del processo di crescita.

E dopo un po’ strutturare una piccola coazione a ripetere orientata verso la gratificazione e verso la crescita psichica.

Semplificando al massimo, semplificando in modo brutale : Una coazione a ripetere orientata alla gioia ed alla felicità.

Al contrario uno stimolo ripetuto da parte dell’ambito familiare ,orientato a produrre dissociazione o addirittura castrazione, strutturerebbe una coazione a ripetere orientata in questa direzione.

Semplificando al massimo, semplificando in modo brutale : Una coazione a ripetere orientata alla sofferenza.

 

Tempo secondo:

Sognare ed interpretare intuitivamente  i sogni produce un senso di gratificazione.

Alla lunga addestrerà il cervello/coscienza a strutturare una coazione a ripetere orientata verso la gratificazione .

Sognare e non interpretare i sogni produrrà invece  un senso inconscio di frustrazione il quale andrà a rinforzare ogni volta (e quindi  a perpetuare)  la coazione iniziale alla sofferenza.

 

 

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