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Questa poesia è frutto della ispirazione spontanea di un soggetto (che vuol mantenere l'anonimato) , in partenza molto problematico, il quale ha vissuto e sta vivendo, del tutto inconsapevolmente, un processo di profonda trasformazione e di crescita psichica .

Processo che sta mutando radicalmente una coscienza, in origine totalmente infestata dalle protesi del falso sè e altrettanto totalmente dissociata da sè stessa.

Tecnicamente si potrebbe definire , seppur approssimativamente, un caso estremo di "border-line.

Dalla poesia ben si comprende il tormento interiore, per il soggetto del tutto inspiegabile,  nonchè la sofferenza vissuta dallo stesso nel lungo periodo, circa tre anni,  del "travaglio".

La poesia descrive  simbolicamente la progressiva e sofferta eliminazione delle tante protesi del falso sè e la estrema determinazione del suo Sè (il capitano) nel raggiungere l'obiettivo geneticamente predeterminato.

Raggiunto il quale (la coscienza del Sè), negli ultimi versi della poesia, si comprende il senso della "illuminazione" del "cerchio zen" denominato "Enso",  simbolo della illuminazione (quì inconscia e simbolicamente descritta) ,  del tutto e del nulla, dell'Universo e del vuoto assoluto.

 

Il Capitano

"Capitano eravamo in 100, loro mille.

Abbiamo superato la collina,

solo con tante spade e tanto coraggio.

Ora siamo in 20, loro sempre mille!

tanti morti, tante grida e sangue.

 

“Tornate sulla collina attaccate di nuovo!”

 

Capitano eravamo 20, loro mille.

Il coraggio e le spade ci accompagnavano.

Tanto sangue, tante grida e morti.

Ora siamo in tre e loro sempre 1000.

 

“Di nuovo attaccate e vincete!”

 

Capitano ho unico braccio ed il petto squarciato.

Questo è il mio ultimo sangue,

ma abbiamo vinto,

non ci sono più i mille.

 

Il capitano camminò sul campo

calpestando corpi, else, stendardi,

cavalli,

gli stivali nuotavano nel sangue.

 

Era rimasto solo, intorno nessuno,

né i suoi soldati né i suoi nemici.

Ora era padrone del tutto,

era padrone del nulla che lo circondava."

              (scritto il 1/10/23)

 

 

 

 

 

 


 

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