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Un tempo i televisori funzionavano con il tubo catodico.

Le informazioni che arrivavano via etere orientavano un flusso di elettroni, un pennello elettronico appunto, il quale "scriveva " sullo schermo al fosforo della TV le immagini, i colori, i movimenti, ecc.

Poi sono venuti fuori i cristalli liquidi e la psicoanalisi ha perso l'opportunità di usare la TV come metafora.

Cosa c’entra il pennello elettronico?.

Il pennello elettronico ci metadice come funziona la coscienza e come essa, le sue informazioni, indirizzino la libido "sullo schermo" dei comportamenti, dei sentimenti, della vita insomma.

Ci dice ciò in quanto non si può escludere che la libido, il flusso libidico, l'energia che essa è e che essa rappresenta altro non sia che un flusso di elettroni, un pennello elettronico che un istante dopo l'altro disegna sullo schermo della esistenza e della realtà la nostra stessa vita ogni minimo particolare.

In ogni istante di essa.

- Il "pennello elettronico" illumina la creatività della coscienza ed il poeta scrive una poesia seguendo il fluire di quella preziosa energia.

- Illumina nella coscienza il volto della donna amata e sentiamo l'amore scorrere in ogni vena, in ogni arteria o vaso.

- Illumina e potenzia l'odio verso l'altro e la mano di colpo si arma per colpire.

Sempre lo stesso "pennello di elettroni", sempre lo stesso flusso mirato di energia.

Ad esso è impedito di raggiungere la coscienza con i suoi messaggi ed i suoi significati e viene perciò deviato, eterodiretto,  verso alcune cellule per esempio del fegato.

Ed alcuni elettroni di talune sue cellule si sovraeccitano, danno più energia del dovuto agli elettroni del loro codice genetico, il quale codice muta e comincia a generare altre cellule che con il fegato non c’entrano nulla.

Brutto affare questo!.

Ma non fanno così forse anche i processi evolutivi che cambiano le specie e ne creano di nuove?.

Quel pennello illumina l’inconscio, la coscienza e la mano di Michelangelo e la sua mano crea la Cappella Sistina, i suoi meravigliosi affreschi  che ci rappresentano  la immensa  grandezza ed intensità del Sè inconscio di quel grande artista.

E siccome ben pochi comprendono i linguaggi simbolici molti credono che egli abbia là, su quelle mura, rappresentato il Paradiso

Magari è anche vero che Dio abbia voluto guidare quella mano (cosa ne posso sapere io) ma se lo ha fatto probabilmente voleva farci capire quanto siamo ignoranti relativamente ai linguaggi simbolici.

E quindi su noi stessi, sugli altri esseri umani, su tutti gli animali e le piante, sulla vita di ognuno.

E di quanto, di tutta questa grandezza e di tutta questa meraviglia e bellezza, stiamo sprecando, distruggendo, insozzando.

Chissà se quelli che quel Dio dicono di ben conoscere sono in grado di dirci se esso ci potrà mai perdonerà  per questo immenso disastro.

            (scritto il 25/9/23)

 

 

 

 

 

 


 

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