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Ipotizziamo che le informazioni che strutturano una coscienza, più o meno lontane da quelle genetiche che definiscono il Sè dell’individuo, la sua reale natura, più o meno FOLLI rispetto a quelle, orientino una specie di faro, la libido,l’energia psichica (la quale coincide con quella sessuale).

Dove viene orientata da quelle informazioni la luce di quel faro?.

E ciò accade sempre o solo occasionalmente?.

E cosa significa il fatto che quella luce venga indirizzata da un parte piuttosto che da un'altra o piuttosto che sempre o solo occasionalmente verso la sessualità o altro?.

Tutto ciò significa e metadice di quanto quella coscienza sia malata, sia deviata e disorientata rispetto al suo scopo genetico, dice di quanti e quali possibili danni e dolori e sofferenze essa potrà procurare all’individuo, ai suoi cari, alla  società ed all’ambiente.

Dove si indirizzano le passioni dell’individuo, la luce attivante di quel faro?.

Verso la tv, verso i social network, verso le pulizie di casa, verso le cure parentali, verso gli studi, verso l’incapacità di studiare, verso la propria crescita psichica o verso quella dell’altro/a, verso l’ignavia, verso la violenza, verso una squadra di calcio, verso l’odio verso il diverso, verso il denaro e l’arricchimento, verso il sesso nei confronti del genere opposto o dello stesso genere o verso chissàchè, ?.

Verso i propri figli, nei quali vediamo una parte di noi stessi, non solo in senso genetico ma anche in ciò che del peggio di noi stessi abbiamo dato loro subito dopo la loro nascita (con i riversamenti patologici e, lungo tutta la loro infanzia ed adolescenza, con l’imprinting infantile)?.

Verso i libri, verso una qualche dipendenza coatta?.

Impieghi diversi, non necessariamente esclusivi rispetto alla sessualità.

Verso le proprie patologie, verso i propri sintomi, verso le proprie resistenze al mutamento (ci si affeziona anche a quelli, il che rende più difficile ogni terapia e cura) ?.

Quel reindirizzamento dice e metadice, le nostre passioni dicono e metadicono, i nostri odi dicono e metadicono, perfino i nostri amori lo fanno.

Tutto, e non solo questo, dice di noi stessi.

E per vederlo occorre avere gli occhi giusti.

             (scritto il 24/9/23)

 

 

 

 

 

 


 

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