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Su come funzioni la capacità intuitiva ognuno può dire ciò che vuole.

Tanto probabilmente nessuno ne sa nulla.

Personalmente pur avendo interpretato intuitivamente migliaia di sogni e di simboli .ne so come tutti.

Ho in merito formulato qualche ipotesi di funzionamento , ipotesi che vale una quantità prossima allo zero.

Quello che si può conoscere grazie all’esperienza empirica è che essa opera in modo assolutamente spontaneo ed istintivo ed al di fuori da ogni controllo dell’ego o della coscienza.

Diciamo, tanto per fare un esempio, che la funzione intuizione è come la funzione gastrica.

Ciascuno digerisce il cibo mangiato senza bisogno di ragionarci su o decidere se digerire o meno.

Semplicemente mastica ed ingoia il cibo e poi il suo apparato digerente provvede alla bisogna.

Nel caso della funzione intuizione essa è una dotazione naturale ed istintiva della coscienza così come la funzione percezione , la funzione sentimento e la funzione razionale (taluno la chiama funzione pensiero ma è la stessa cosa).

La caratteristica della funzione intuizione e della funzione razionale è che esse esistono fin dalla nascita nella coscienza animale (e quindi anche umana) in istato embrionale.

In una condizione cioè latente la quale attende che l’ambiente parentale e sociale la aiuti a svilupparsi.

Se ciò accade , e nel caso degli esseri umani e della funzione razionale accade quasi sempre,  la funzione si sviluppa e fa il suo mestiere.

Se invece , come nel caso della funzione intuizione , l’ambito parentale (le coscienze dei suoi membri) non l’ha sviluppata  esso non aiuterà la coscienza del nuovo venuto a svilupparla in sé stessa.

In conseguenza di ciò la funzione onirica, la quale ha bisogno della funzione  intuizione per portare i significati istintuali dell’inconscio e del Sé nella coscienza del nuovo venuto , continuerà per tutta la vita a fallire la sua missione naturale lasciando l’individuo in una condizione di dissociazione psichica da sé stesso.

Nel caso della mamma gorilla essa fin da piccola ha sviluppato, grazie all’aiuto parentale, quella funzione.

Nessuno ha prova di ciò e nessuno ha prova del contrario.

Ma non c’è alcun dubbio che se un animale con S.N.C. sviluppato non fosse riuscito nella sua infanzia e nella sua adolescenza a prendere coscienza della propria reale natura non sarebbe riuscito a sopravvivere nel proprio ambiente naturale.

La controprova ?

Basta osservare il comportamento e la vita degli esseri umani (la maggior parte dei quali dissociati da loro stessi) su questo pianeta .

Vita e comportamenti che nel loro insieme puntano alla estinzione della specie umana (e l’incremento esponenziale della popolazione mondiale è il fattore istintivo di compensazione rispetto a quell’incombente pericolo).

Ma torniamo alla mamma gorilla.

Avendo sviluppato nella propria coscienza la propria funzione intuizione questa coscienza è riuscita ad integrare in sé stessa tutte le informazioni che definivano in essa stessa l’immagine del proprio Sé cioè tutte le informazioni che la informavano di quale natura fosse  e di quali istinti fosse dotato l’animale che “sta sotto” di essa.

Essendo nella sua infanzia la mamma gorilla riuscita a fare ciò istintivamente e naturalmente ecco che essa,  senza fare altro che comportarsi spontaneamente e naturalmente , contribuirà a far sviluppare nella coscienza del suo cucciolo la stessa funzione .

Dandogli qualcosa che è molto più prezioso dello stesso  nutrimento.

Se il nutrimento materno contribuisce infatti a far sopravvivere il cucciolo oggi e domani quell’insegnamento contribuirà a far sopravvivere il cucciolo per tutta la sua vita da adulto.

Lo sviluppo della funzione intuizione, per acquisizione emulativa da parte della coscienza del figlio/a rispetto alla coscienza materna, si deve presumere essere la costante per tutti gli animali a S.N.C. sviluppato.

Con l’eccezione, a quanto pare, della sola specie umana che continua a crogiolarsi nella propria , pressochè generalizzata,  condizione dissociativa, quando se non addirittura francamente psicopatica, senza nemmeno rendersene conto.

 

 

 

 

 

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