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Quando la terapia clinica (sia essa farmacologica e/o strumentale) opera in sinergia (e talora in sincronia) con la terapia psicoanalitica (all’oscuro l’una dell’altra, la prima della seconda) non c’è alcun modo di sapere quanta parte dell’una e quanta parte dell’altra hanno contribuito alla remissione della patologia e dei sintomi del paziente.

In un mondo nel quale il clinico accettasse le conoscenze e l’azione terapeutica, prevalentemente intuitive, dello psicoanalista e quest’ultimo accettasse (ma perché non dovrebbe?)  le conoscenze razionali del clinico forse si potrebbe giungere ad un qualche ulteriore risultato.

Ma poco importa.

Importa, e molto, il risultato positivo già raggiunto.

 (scritto il 10/1/23)

 

 

 

 

 

 


 

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