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Si svegliò in piena notte a causa di un insistente ronzio che proveniva da fuori della finestra.

Si alzò seccato e brontolando aprì le ante.

Si aspettava di vedere il gran buio della notte fonda e invece il mondo era rischiarato da una lievissima ed opalescente  luce baluginante.

Restò di sasso a chiedersi da dove provenisse quella luce.

Ed il lieve ronzio che lo aveva svegliato.

Acuendo lo sguardo vide, sobbalzando dallo stupore ,  il grande spettacolo della vita profonda.

Si estendeva  all’infinito una enorme quantità di atomi e molecole che ballonzolavano quà e là, fittissimi, e che si muovevano sotto la spinta del vento.

Non capiva di cosa si trattasse e mettendo la mano fuori dalla finestra sentì su di essa l’aria fresca della notte.

Era l’aria appunto ciò che stava osservando !.

L’aria non nella forma , peraltro invisibile, nella quale di solito essa si manifestava ma nei suoi componenti fondamentali.

E vide flussi di elettroni che viaggiavano in tutte le direzioni da dentro a fuori dei singoli atomi e molecole e lungo infiniti percorsi tra un atomo e l’altro.

Flussi e correnti composti da singoli elettroni e da intere numerose compagnie le quali giravano per l’intero Universo ristabilendo punto a punto l’omeostasi del tutto.

L’omeostasi dell’energia e della informazione.

Guardò verso destra e si accorse che i muri erano trasparenti essendo anch’essi composti da atomi e molecole di diversa fattura.

E nella stanza così resasi visibile vide la sua donna che dormiva serena .

Un leggero sorriso sulle labbra.

“Chissà cosa sta sognando? ”,  si chiese.

Non aveva ancora finito di formulare il breve pensiero che si accorse che un elettrone , un solo elettrone, come un pennello  illuminava e colorava dentro la coscienza dormiente della sua donna delle immagini.

Ora qua,  ora là.

Come se stesse proiettando in quella coscienza un breve filmino, un sogno, perbacco !!.

Ma vide altro e capì il motivo di quel lieve sorriso.

Il sogno lentamente svaniva e quel singolo elettrone , a basso livello di energia , entrava nella coscienza portando in essa il suo significato e la sua benefica energia.

E non era ancora finita.

In quella coscienza dormiente iniziava allora quà e là un certo lampeggio , come uno scintillio che si accendeva e si spegneva ,  ora in un punto ora in un altro di quella coscienza.

“Sta elaborando ciò che è appena entrato nella sua coscienza “, pensò.

Sorrise tra sé e sé , scrollò le spalle e rinchiuse la finestra.

Si rimise  a letto sotto le coperte stringendosi alla sua donna.

La quale fece un lieve brontolio e si accostò di più a lui.

 

N.B.: Questo con tutta evidenza è un raccontino di fantascienza.

Che come tutti i racconti di fantascienza ha in sé cose che potrebbero essere vere e cose di assoluta immaginazione.

Si chiamano di fantascienza proprio perché raccontano storie inverificabili, nella  gran parte, dalla scienza :FANTA-SCIENZA , appunto.

 

 

 


 

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