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Il pensiero è una delle tante forme attraverso la quale si esprime la libido, l’energia psichica.

E' un prodotto della elaborazione della coscienza e più propriamente della sua funzione pensiero o funzione razionale che dir si voglia.

Esso opera talora una sorta di suggestione nei confronti dell’ego sollecitandone il passaggio all’azione.

Ove l’ego ha una sufficiente dotazione di  energia l’individuo può scegliere di passare all’azione, di ritardarne l’attuazione o di non eseguirla affatto.

Occorre tenere presente che l’integrazione nella coscienza dei contenuti del proprio Sé rafforza ed energizza vieppiù l’ego e la funzione egotica mentre le protesi del falso sé nella coscienza dissociata rafforzano solo il narcisismo dell’ego depotenziandone  la capacità volitiva .

Ove l’ego non abbia sufficiente energia per operare una scelta la sollecitazione al passaggio all’azione diventa una azione coatta ed indifferibile.

In questo caso l’individuo perde la propria residua capacità volitiva nonché la capacità di intendere le conseguenze negative se non addirittura distruttive delle sue azioni.

Ove il pensiero abbia natura ossessiva e ripetitiva, è cioè particolarmente energizzato,  il passaggio all’azione può diventare compulsivo.

Il passaggio del pensiero ossessivo della coscienza verso l’ego, e  la conseguente sollecitazione all’azione,  è contornato da una quantità di sentimenti quali ansia, sensi di colpa ed angoscia rispetto ai quali l’azione compulsiva e/o ritualizzata tende verso  un effetto remotivante.

Si potrebbe ben pensare che l’eccesso di energizzazione del pensiero ossessivo trovi nell’azione coatta e compulsiva una forma di scarico libidico.

Il passaggio all’azione diventa allora una sorta di valvola di scarico di un surplus patologico di energia libidica disinvestita e disinvestibile rispetto ai suoi obiettivi fisiologici.

Il pensiero ossessivo non è , come del resto qualsiasi forma di espressione , privo di senso.

Esso esprime comunque in sé e con la sua caratteristica forma significati inconsci che premono verso la coscienza .

La loro interpretazione può  avere rispetto a quei contenuti effetto terapeutico .

Tenuto conto della enorme quantità di contenuti inconsci che affligge l’individuo dissociato da sé la singola interpretazione  ha lo stesso valore del tentativo di svuotare il mare con un cucchiaino.

Quella massa di contenuti è composta da una parte dalla massa di esperienze negative ed inconsce accumulate dall’individuo nella sua infanzia , nella sua adolescenza e nell’età adulta , dal carico di sofferenza, essa pure inconscia e non percepita , che a quelle esperienze è correlata , associata e connessa nonchè a tutti i contenuti del proprio Sé, inconscio e totalmente rimosso.

Il tutto ovviamente energizzato  la cui carica energetica aumenta lentamente e continuamente con il passare del tempo.

Tutto ciò che ambisce alla coscienza trova, ove questo sbocco fisiologico gli sia impedito, ogni forma di espressione (ogni possibile passaggio all’azione)  dei quali il pensiero (ed il pensiero ossessivo in particolare) è solo una delle tante forme possibili.

Serve elencarle: Il pensiero delirante , l’azione rappresentativa , i comportamenti distorti e caratteriali , la postura e le sue varie contratture, le proiezioni sugli “oggetti”, taluni sentimenti ed emozioni disturbanti,  i sintomi nevrotici e psicotici, i sintomi e le patologie psicosomatiche, le molte avversità della vita , ecc., ecc..

 

 

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