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Sul tram una piccola bambina di colore di pochi anni su una sedia a rotelle piagnucola e si lamenta.

La madre la carezza e la conforta e poi le mette in bocca il succhiotto e la piccola per un po’ si acquieta.

Ben poco si sa del dolore dei bambini.

E ben poco si comprende quanto il bloccare , il paralizzare, in essi, fin dai primissimi anni della loro vita , la crescita psichica sia causa di terrore e di dolore nel profondo del loro essere.

 E questo dolore e questo terrore accompagna ed accompagnerà in ogni istante  della loro vita ciascun uomo e donna adulti.

Prima o dopo ,  talora fin dai primissimi mesi o anni della vita come nel caso di quell’innocente sulla sedia a rotelle, quel dolore si manifesterà e si incarnerà in mille modi diversi.

Nei sintomi e negli eventi che attraversano la vita di ciascuno.

Il dolore e la paura di ciascun essere umano è la paura ed il dolore del mondo.

E su un mondo malato essi si riflettono.

Talora il pittore rappresenta quel dolore profondo, e quasi mai percepito e percepibile nella sua reale natura,  nei Cristi e nelle Madonne sofferenti, nei quadri di Van Gogh, nella Guernica di Picasso, nell’Urlo di Munch.

Altre volte si incarna nelle tragedie delle guerre e nelle terribili sofferenze che essi infliggono alle genti.

Se si ricerca una teoria del tutto, una teoria unificante , una teoria che spieghi in gran parte, se non nella totalità, la vita dell’uomo essa risiede, io credo, nel profondo della psiche umana , nel profondo dei suoi meccanismi, in quella disgrazia collettiva che è la paralisi della crescita psichica individuale.

Paralisi e blocco e dolore e paura che attraversa da sempre la vita degli esseri umani, generazione dopo generazione.

Nella quasi generale inconsapevolezza.

E tutto l’amore del mondo può ben servire a consolare questo dolore ma non certo a curarlo.

 

 

 

 

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