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Il capire di sé , l’intuire il significato dei propri e degli altrui sogni , il prendere coscienza di sé e della propria istintività animale , ecc. è un continuo esercizio di distinzione cioè un continuo distinguere una cosa dall’altra , un continuo distinguere e dividere concettualmente cose che prima erano confuse ed indistinte per la coscienza dell’individuo.

Un continuo distinguere per esempio tra la cosa in sé e la proiezione accecante che la attinge.

Nel quadro di  questo esercizio mentale , che è esercizio di igiene mentale, osserviamo ora la madre.

Ciò che si riferirà da ora in poi nei confronti di questa fondamentale figura si deve intendere riferito anche al padre.

Occorre innanzitutto distinguere tra la madre , la mamma, e la figura materna.

La prima tutti sanno cos’è e molti sanno dei sacrifici e delle sofferenze da esse hanno vissuto per accudire nel proprio ventre, far nascere, nutrire ed allevare i propri figli.

Dando loro spesso amore, affetto, protezione, ecc. , ecc.

Senza la madre e le sue cure , senza il padre e le sue cure non ci sarebbero figli.

E nemmeno la specie umana.

Fatta questa doverosa e fondamentale  iconografia sull’altare della madre e del padre passiamo ora a distinguere da esse  la figura materna e la figura paterna.

Che sono rispetto agli esseri  umani di cui sopra  cose diversissime.

I figli, ad un certo livello di coscienza, introiettano la madre ed il padre con tutti i loro lati caratteriali , positivi e negativi , aspetti che continuamente affiorano nel teatrino dei ricordi e della memoria.

Introiettano anche , e questo è studio fondamentale per la psicoanalisi, le loro figure cioè la configurazione delle rispettive  psiche (coscienza ed inconscio) così come i loro genitori  l’hanno a loro volta assorbita e quindi ereditato dai rispettivi genitori.

La natura psichica delle figure materne e paterne e la realtà delle donne e degli uomini che esercitano il difficilissimo lavoro di madre e di padre sono cose, nella stragrande maggioranza dei casi,  tra di loro lontanissime.

E tutti i guai dei figli dipendono dalle configurazioni psichiche di quelle figure, come si è detto , spesso lontanissime dalla realtà degli esseri umani che fanno da madre e da padre ai loro figli.

Figure materne e figure paterne  fantasmatiche non lontanissime però, anzi vicinissime, ai significati che i comportamenti inconsapevoli di quei genitori possono infliggere alla coscienza ed agli inconsci dei loro figli.

Certamente in grandissima parte inconsapevolmente ed incolpevolmente.

Certamente spessissimo con amore (il quale spesso, però e purtroppo, è il catalizzatore involontario che agevola l’infissione di quelle ferite).

Occorre imparare perciò  a distinguere, ed è fondamentale,  tra la madre ed il padre  quali esseri umani incolpevoli ed inconsapevoli  a loro volta vittime delle figure fantasmatiche dei rispettivi genitori.

Distinguerli cioè dalle corrispondenti  figure, materne e paterne,  le cui configurazioni psichiche (ereditate a loro volta come già si è detto) sono in grado di fare alle psiche dei  rispettivi figli enormi danni.

Bisognerebbe pensare alle psiche dissociate e portatrici di dissociazione (per non parlare delle psiche castranti) come a delle belve di inusitata ferocia le quali forzano in ogni nuovo venuto un adattamento psichico conforme ad ambienti psichici a dir poco arcaici i quali pervengono quì , generazione dopo generazione , dalle profondità del tempo.

Impedendo al nuovo venuto di realizzare in sé stesso a livello psichico il proprio destino biologico.

Nella totale inconsapevolezza dell’ego.

I quali ego non sanno , non capiscono  , non possono capire ed è meglio così .

Perché in caso contrario verrebbero travolti dall’orrore di sè.

 

 

 

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