Le quattro funzioni della coscienza (e quindi di quella parte o di quelle parti del cervello che gestiscono la coscienza) sono sicuramente funzioni innate , geneticamente determinate.

Queste quattro funzioni (percezione, pensiero, intuizione , sentimento) affinchè possano crescere,svilupparsi  e funzionare hanno bisogno di esercitarsi con il contatto con il “mezzo” naturale che gli consente a pieno di svolgere la propria funzione “istituzionale”.

Mi spiego.

Se un bambino venisse cresciuto in un ambiente privo di luce i suoi occhi e le cellule nervose e cerebrali preposti alla vista a causa della  mancanza di stimoli si atrofizzerebbero  e quel bambino da adulto sarebbe completamente cieco.

Il mezzo per esercitare e sviluppare la funzione percezione è per esempio la realtà sensibile ed i suoi stimoli sensoriali.

Il mezzo per esercitare la funzione pensiero (la funzione razionale) è dapprima il linguaggio e poi la scuola, la matematica , ecc., ecc.

Il mezzo per esercitare e sviluppare la funzione intuizione  e la funzione sentimento è l’inconscio ed i suoi contenuti.

Le schermature dissociative imposte dall’ambiente parentale infantile impediscono a queste due funzioni il contatto pieno con il loro “mezzo” naturale cioè l’inconscio impedendo perciò loro il normale sviluppo.

Per cui esse non riescono in tutto o in parte a consentire all’individuo di percepire in pieno le proprie emozioni ed i propri sentimenti e nemmeno di integrare i contenuti simbolici dell’inconscio stesso.

La plasticità della coscienza /cervello e la mancanza o la carenza di contatti con il mezzo naturale cui queste due funzioni debbono fare riferimento  e verso il quale dovrebbero svolgere la loro normale funzione rende necessario alla coscienza stessa di costruire protesi di quelle funzioni emulandole da modelli scarsamente efficienti della realtà sensibile.

Fino al punto di costruire perfino una protesi dell’intero  Sé dell’individuo, il cosiddetto falso sé : La grande tragedia della dissociazione da sé, la coscienza CREDE che il falso sé sia l’individuo e perciò lo sospinge coattivamente  a comportarsi di conseguenza mentre l’individuo è tutt’altra cosa, imprigionato nel suo inconscio).

La povertà dei linguaggi dell’ambito parentale e la povertà dei loro contenuti semantici consente uno scarsissimo o nullo sviluppo di quelle due funzioni ma sopratutto della funzione intuizione.

Le due funzioni preposte al rapporto tra inconscio e coscienza non sono quindi riuscite a radicarsi nel loro mezzo naturale e la coscienza costruisce perciò per esse protesi emulative scarsamente efficienti.

Lo scarso sviluppo di queste due funzioni talora consente all’individuo una qualche capacità creativa che viene definita “ispirazione creativa” e che gli consente di  esprimere nella realtà sensibile, in forma simbolica (in forma artistica) , qualche contenuto dell’inconscio.

L’ispirazione creativa diventa allora una seppur modesta valvola di sfogo per i contenuti e per l’energia dell’inconscio e la chiusura per un qualche motivo della coscienza rispetto all’inconscio stesso blocca l’ispirazione creativa facendo piombare l’individuo in una condizione di depressione con il rischio di sospingerlo talora verso il suicidio.

 

 

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