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Al di là delle tante definizioni che ne sono state date i complessi sono costituiti da più o meno potenti costrutti castranti nella coscienza i quali hanno profonde radici nell’inconscio che continuamente li alimentano e li rendono perenni.

Quando il processo di crescita viene brutalmente bloccato fin dalla infanzia essi si strutturano rispetto alla figura materna o  paterna (dalle  quali prendono il nome) per poi transitare su queste figure fantasmatiche proiettate sul partner o sulla partner.

Sono strutture psichiche di protesi, di sostegno le quali sostengono (con la dipendenza da quelle figure) una coscienza dissociata che non ha null’altro  cui sostenersi.

Via via che il processo di crescita procede questi complessi di protesi recedono fino a sparire.

Altro discorso va fatto per il complesso di castrazione.

E’ della stessa struttura di quei due complessi (costrutti castranti più radice nell’inconscio) ma esso è stato caricato (sempre dall’imprinting ovviamente)  da un’odio profondo e feroce contro il Sé, contro l’inconscio ed i suoi contenuti , contro la vita in genere.

Tanto più violenta è stata la repressione infantile tanto più feroce ed irriducibile si strutturerà quel complesso .

Il quale ,a nche quà, potrà essere di tipo materno o paterno ed affiggere ,entrambi , la psiche.

Tale complesso è dotato di una carica distruttiva ed autodistruttiva la cui potenza dipende dalla intensità di  quella violenza repressiva.

I genitori violenti ed anaffettivi sono i più formidabili generatori di quei complessi i quali non sono altro , nei loro figli ,  che una perfetta riproduzione emulativa degli omologhi complessi di cui sono affetti quegli stessi  genitori.

 

 


 

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