E’ noto che individui ai quali è stato amputato un arto per un certo periodo lamentano dolori a quell’arto pur essendo stato l’arto stesso ormai da tempo amputato.

Si può quindi affermare con una certa sicurezza che il dolore  non nasce  dall’arto ma bensì dal cervello.

Esso è la manifestazione della difficoltà (e della sofferenza in ciò insita) del cervello a costruire un adattamento alla mutata situazione dell’organismo.

Pur essendo nota la grande plasticità del cervello esso per costruire un nuovo adattamento al mutamento intervenuto ha bisogno di tempo e a quanto pare fa anche fatica.

Esiste quindi una certa isteresi del cervello a recepire e ad adattarsi ai mutamenti intervenuti.

La condizione psichica dissociativa imposta in così tanti casi dagli ambienti parentali infantili ostili alla crescita psichica genera negli individui condizioni di sofferenza e di stress molto intense le quali  minacciano l’integrità della coscienza che per difendersene li rimuove e li mantiene in rimozione nell’inconscio.

Tiene quindi quella sofferenza lontana dalla possibilità di percezione da parte dell’ego.

Questa sofferenza ancorché non percepita non è inesistente .

Essa è invece ben presente nell’individuo e si manifesta in molti modi e forme nel corso della vita dell’individuo stesso.

Nel corso della terapia analitica le resistenze ostacolano ogni possibile mutamento psichico e lo ostacolano sia perché la coscienza si difende dal dolore che è implicito in ogni mutamento a causa della “fatica” del cervello a sviluppare un nuovo adattamento al mutamento intervenuto ma sia soprattutto perché questo quid di sofferenza costellerebbe istantaneamente il grande bagaglio di sofferenza latente ed inconscia alla quale prima si accennava innalzando di molto il livello della sofferenza percepibile.

E perciò rendendo necessarie un forte potenziamento delle difese della coscienza nei confronti di quella “massa” di sofferenza che spinge verso la percezione.

Potenziamento che rende inevitabilmente più estreme ed intense le resistenze al mutamento.

Si deve perciò concludere che è proprio  ciò che rende necessario ed indispensabile il mutamento  (la condizione dissociativa con il suo portato) ad ostacolarlo più intensamente.

 

 

 

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