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Un tempo abitavo in una città dove l’acqua scarseggiava.

E non era nel centro del Sahara.

Al mattino se il marito si lavava la faccia nel lavandino del bagno la moglie gli strillava di chiudere il rubinetto in quanto l’acqua non arrivava nel lavandino della cucina dove lei stava lavando i piatti.

E viceversa.

Gli antichi saggi di talune religioni devono aver capito che negli individui dissociati da sé l’affluenza della libido alla coscienza è limitata da quella condizione psichica infelice ed allora hanno imposto il divieto della attività sessuale (la chiusura del rubinetto del lavandino del bagno altrimenti detta castità) affinchè la scarsa libido potesse arrivare a vivificare la coscienza (e la c.d. spiritualità) .

Cioè al lavandino della cucina.

Divieto che esplicita simbolicamente l’azione castrante che nell’infanzia produce dissociazione.

Eppure talune di queste religioni hanno corpi mitologici straordinari che indicano simbolicamente il percorso per la presa di coscienza di sè e per l’arricchimento di libido e di significati nella coscienza dissociata .

Indicano cioè il percorso per il processo di crescita psichica.

Non è noto se la libido , cioè l’energia la quale  alimenta sia la sessualità sia la coscienza e quindi la funzione intuizione (la vera “spiritualità” dell’essere) sia un prodotto autoctono dell’inconscio o non sia invece un prodotto dell’Universo che attraverso l’inconscio alimenta l’essere.

Personalmente propenderei per questa seconda ipotesi ma si sa io sono uno che sforna congetture ed illazioni non provate e perfino  improbabili a getto continuo.

Perciò chi ne sa di più si faccia avanti.

 

 

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