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A molti pare (appare) che il razzismo sia SOLO questione di pelle .

Come il fatto che ad  altri razzisti pare che il loro razzismo sia SOLO questioni di lingua, di confini, di nord o di sud, di etnia e quant'altro.

Quello del nord odia quello del sud il quale a sua volta odia quello che sta ancora più a sud.

E scendendo cosi, odiando lungo tutto il meridiano , si  arriva al polo sud dove gli odiatori razzisti entrano in confusione per capire chi è più a sud di loro.

Il razzismo è in realtà  uno dei sintomi di una malattia mentale diffusissima con forte propensione infettiva chiamata "dissociazione psichica".

A causa di questa diffusa malattia mentale (tanto diffusa da non apparire più nemmeno  tale *) l'uomo bianco dissociato da sé proietta il suo "uomo nero" interiore sull'incolpevole uomo nero reale  (e viceversa per quanto riguarda gli uomini neri a loro volta dissociati).

Ed a sua volta l'uomo bianco del nord proietta il suo odiato "uomo bianco del sud" ,che vivacchia disperato dentro di lui ,  sull'incolpevole uomo bianco del sud.

E così per l'orgoglioso britannico contro gli odiati del continente vicino e cosi come per  i "nobili" veneziani di laguna contro i "campagnoli" di terraferma.

Ed  così come per i Chioggioti doc contro gli incolpevoli “Marinanti” di Sottomarina.

E così per i borghesi del centro contro il "popolino" delle periferie e  dei quartieri degradati.

E così per il sovranista bianco contro l'odiato "negro" .

E così la sorella o il fratello minore contro la sorella o il fratello maggiore (e naturalmente viceversa).

Tutti dilaniati da un terribile conflitto intrapsichico che ben pochi capiscono che è malattia severa da curare e superare (e non , incredibile ma vero, "la normalità della vita ").

(*) E in questo gran colpa ha certa psicoanalisi di scuola.

 

 

 


 

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