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La ferita è ovviamente la conseguenza della comunicazione parentale che nega alla coscienza infantile di iniziare e proseguire il suo percorso di crescita psichica.

La malattia è, altrettanto ovviamente,  ciò che quella ferita induce coattivamente costringendo a riproporre  emulativamente nella coscienza infantile la stessa condizione psichica di fondo delle coscienze parentali.

Ma attenzione quando sia la ferita che la malattia sprofondano,  ivi radicandosi, nell'inconscio se prima la ferita aveva indotto la malattia ora quel rapporto viene scardinato nell’oscurità dell’inconscio stesso e delle sue oscure “regole”.

Ed ora è perciò  sempre possibile che sia invece la malattia ad indurre, questa volta nell'organismo,  la ferita.

Nasce così e da qui, probabilmente,  la ferita psicosomatica che di ciò che è negato svela,  che di ciò che  non si conosce rivela, che di ciò è che logico scardina e disarticola ogni logicità.

Perché è un altro mondo ora a  regolare a suo modo i rapporti: Il mondo che si esprime nel  simbolico e nel significato.

L’essere umano funziona nel dualismo logica/alogica.

E’ bello saperlo ed è bello capirlo ed accettarlo in sé.

Ma anche se non lo si capisce,  anche se di ciò non si è coscienti,  l’essere umano comunque funziona in quel dualismo.

E sarà un funzionamento talora distorto, talora spiacevole o doloroso .

Talora drammatico o addirittura tragico.

 


 

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