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Si è osservato che mettendo la vaschetta già piena di cibo il gatto  non si avvicina al cibo.

Se invece il padrone fa vedere al gatto che sta mettendo il cibo nella vaschetta egli si avvicina e comincia  mangiare.

Il rito è riconosciuto come tale praticamente da ogni specie animale .

Basti pensare ai riti di accoppiamento.

Anche per quanto riguarda gli individui della specie umana.

I riti sono un linguaggio di comunicazione, sempre uguale a sé stesso , che ha la funzione di rinnovare e consolidare il rapporto tra due esseri viventi.

Spesso nelle organizzazioni complesse si ritiene che  il capo della organizzazione sia un po’ fissato , forse anche un po’ scemo.

Ciò  in quanto ogni volta che arriva in ufficio egli vuole che la sua segretaria  faccia ogni volta  così e così , sempre le stesse cose.

Rito mattutino che serve per  riconfermare ogni volta alla segretaria il suo rapporto di subordinazione con il capo.

E nello stesso tempo riconferma al capo stesso la sua autorità sull’altra.

Piccoli riti di rinnovo e di consolidamento del rapporto sono i regali di compleanno e gli auguri per le ricorrenze.

Nelle religioni il rito ha la stessa funzione e cioè il rinnovare e consolidare il rapporto tra il credente e la divinità.

In questo caso però il rito è anche un linguaggio di meta comunicazione verso la coscienza dei credenti.

Esso serve per ricordare a quelle coscienze un altro rito, un altro linguaggio sempre uguale a sé stesso.

Un altro linguaggio rituale che ha anche questo lo scopo di rinnovare e  consolidare il rapporto tra la credente (la coscienza) ed il suo “dio” interiore cioè il suo Sé.

Linguaggio rituale e rito che si articola nella sequenza : sogno > interpretazione intuitiva > significato che attinge la coscienza e la muta (e che contestualmente rinnova e consolida il legame tra gli istinti e quest’ultima).

 

 

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