Il titolo è ripreso da un lavoro di Federico Garcia Lorca il quale tratta in questo testo della ispirazione creativa grazie dalla quale nasce ogni forma di manifestazione artistica.

Il poeta distingue tre fonti della ispirazione : quella che nasce dalla Musa, quella che nasce dall’Angelo e quella che nasce dal Duende.

La parola “duende” deriva da successive modificazioni e contrazioni della frase spagnola “dueno de una casa” che stava ad indicare “il padrone di casa”.

L’ispirazione che discende (o risale) dal “duende” è per Lorca l’ispirazione più profonda,  più intensa , più “vera”.

E sicuramente di gran lunga superiore e più magica rispetto alle altre due.

Del “duende “ Lorca fa una articolata e straordinaria descrizione nella quale il poeta con il suo peculiare linguaggio dice e non dice.

Dall’insieme del discorso si può però comprendere che nel contesto della ispirazione creativa il “duende” rappresenta simbolicamente il Sé.

Lorca descrive anche una sua visione notturna nella quale gli appare il “duende” che dalla descrizione richiama molto “l’homunculus” citato tra gli scritti di C.G. Jung.

Il testo di cui al titolo è assolutamente godibilissimo e fa comprendere qualcosa di più in psicoanalisi.

 

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