La mancata integrazione della coscienza dei contenuti dell’inconscio e il conseguente fallimento del progetto “genetico” di crescita psichica genera elevate quantità di dolore inconscio oltre che una quantità di sentimenti (depressione, ansia,angoscia, ecc.) che rimangono segregati nell’inconscio e quindi inespressi, privi di espressione.

La coscienza se ne difende disperatamente temendo per la sua integrità.

Più passa il tempo più quella quantità di sentimenti inespressi aumenta e cerca la via dell’espressione.

La quale potrà essere il dolore fisico legato ad una qualche patologia organica, il dolore legato a qualche forma di nevrosi, il dolore connesso ad eventi dolorosi del proprio ambito di vita fino al grande dolore del mondo.

Parzialmente o totalmente privo di vie di espressione quel dolore, quei sentimenti sotterraneamente avvelenano l’esistenza dell’individuo sottraendogli in tutto o in parte la possibilità di godere dei piaceri e delle gioie della vita.

La terapia farmacologica agendo sui meccanismi neurologici può attenuare o eliminare la percezione di quei sentimenti ma non elimina certo le sue cause profonde.

La progressiva presa di coscienza dei propri contenuti inconsci fa lentamente affiorare alla coscienza ed alla percezione quel dolore, quella angoscia ecc. progressivamente esaurendo il latente contenuto di dolore dell’inconscio stesso.

L’apertura della coscienza nei confronti dei contenuti inconsci da una parte amplia e rafforza la coscienza rendendolo più adeguata a quella percezione e dall’altra parte la progressiva attenuazione della pressione libidica che quei sentimenti portano alla coscienza stessa la rende più sicura di sé.

 

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