C’è un omino in cima ad un altissimo traliccio, seduto davanti ad un complesso pannello di comando con pulsanti, leve e quant’altro.

Sotto di lui a terra c’è un gigantesco macchinario di enorme potenza sulle cui svariatissime funzioni non si sa molto.

Nel progetto originario l’omino era stato messo nelle condizioni di poter comandare il gigantesco macchinario a suo piacimento.

Purtroppo quando era bambino all’omino non era stato insegnato come si faceva a comandare l’enorme macchina né a dirgli quali e quante straordinarie operazioni essa poteva compiere.

A causa di ciò lui, che pure era destinato a comandare quella macchina, di fatto dalla macchina veniva comandato.

Voleva fare una certa cosa, premeva i pulsanti e non succedeva nulla oppure premeva un’altra leva e quella gli ritornava di colpo in faccia.

La macchina non solo non faceva ciò che l’omino avrebbe voluto comandargli ma eseguiva funzioni che gli si ritorcevano contro e che egli non gradiva proprio per nulla.

Aveva voglia il titolare della ditta di inviargli continuamente messaggi e comunicazioni cercando di fargli capire come fare per comandare quella strana macchina.

Ma succedeva  che l’omino o non capiva cosa il titolare intendeva dirgli oppure aveva paura di ciò che gli comunicava oppure addirittura odiava quei messaggi che pure intendevano essere per lui salvifici.

Il fatto è che quella gigantesca macchina è molto simile per gli omini come per i gorilla e come per i gatti o i cani.

Solo che a quest’ultimi nel corso della loro infanzia viene insegnato in modi peraltro in parte  misteriosi come usare il macchinario.

Viene soprattutto loro insegnato a come collegare quella macchina ai tanti istinti di quegli animali.

Collegamento che rendeva perciò possibile un utilizzo efficace della macchina garantendo a quegli animali la sopravvivenza in ambienti naturali difficili.

Non essendo stato insegnato all’omino come usare il suo macchinario o avendogli insegnato ben poco di esso il risultato che è la macchina a comandare e l’omino a subirne le conseguenze.

Talvolta tragiche.

Finchè il titolare della ditta esausto per i suoi inutili sforzi nei confronti dell’omino muore .

E poco dopo l’omino e la sua, per lui, pressoché inutile macchina con lui.

 

 

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