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La coscienza, quando viene attinta da uno stimolo, da un input o da un bisogno, attiva  una  coazione a ripetere la quale, tramite uno specifico pattern (un modello di comportamento),  induce ed attiva il corrispondente  comportamento.

Facciamo un esempio:

Il gatto sente un prurito sulla schiena, ruota la testa e la parte superiore del corpo e lecca ripetutamente con la sua lingua ruvida quella parte della schiena.

Viene gratificata dal sollievo dato dall’azione del  grattarsi.

Quindi stimolo>>coazione>>pattern>>comportamento>>gratificazione .

Il gattone Hulk è un gatto grande e grosso pieno di muscoli.

Sente prurito alla schiena tenta di girarsi per leccarsi in quel punto e non ce la fa.

E’ troppo grosso e muscoloso e non riesce a ruotare quanto sarebbe necessario.

Allora lo grattiamo sulla schiena con una spazzola.

E , sorpresa, lui ruota il corpo e la testa quanto può e comincia a leccare a vuoto nell’aria !!.

Quindi stimolo>>coazione>>pattern>>comportamento impossibile (e quindi nessuna gratificazione) --- ---- gratificazione indotta dalla spazzola>>coazione>>pattern>>comportamento a vuoto .

Se lo stimolo attiva la sequenza coattiva parrebbe che a sua volta la gratificazione attivi e  perpertui  a feedback, con un meccanismo a retroazione , la coazione a ripetere.

Considerato che la coscienza vive di macchinismi si potrebbe anche pensare che lo stesso meccanismo valga per i sintomi (siamo essi nevrotici o psicosomatici).

Cioè lo stimolo o il bisogno aziona la catena coattiva ed il comportamento coatto (sia esso nevrotico o sintomatico) il quale a sua volta attiva e perpetua a feedback la coazione a ripetere.

In un circuito nevrotico nel quale la coazione aziona il sintomo ed il sintomo aziona e perpetua a sua volta la coazione.

Per essere più precisi è il manifestarsi a livello di percezione del sintomo (comportamentale o psicosomatico che sia) con il suo carico simbolico che retroagisce sulla coazione inconscia.

Come se la coazione avesse bisogno per sopravvivere del sintomo che induce così come quest’ultimo ha bisogno della coazione per potersi ripetere all’infinito.

Un circuito nevrotico che si autoalimenta e si perpetua.

La qual cosa è come dire che la coazione attiva il sintomo ed è il manifestarsi di quest’ultimo che energizza (grazie al suo carico simbolico e perciò energizzato) a feedback la coazione a ripetere.

Insomma il sintomo funzionerebbe rispetto alla coscienza dissociata  ed ai suoi meccanismi coattivi come se fosse una specie di (falso) inconscio (il quale inconscio invece in una condizione psichica normale  dovrebbe azionare comportamenti grazie ai suoi istinti energizzati).

La coazione a ripetere attiva il sintomo nevrotico deviando verso di esso energia significativa e rendendo perciò quel sintomo significativo, ricco di significato.

Rendendolo perciò rappresentazione di un qualche contenuto inconscio che a causa della condizione dissociativa non riesce ad essere integrato nella coscienza.

Grazie a ciò il sintomo/rappresentazione può alimentare e perpetuare a feedback il meccanismo coattivo. *

*(L’interpretazione intuitiva del sintomo consentirà l’integrazione del suo significato nella coscienza il che farà “collassare la funzione d’onda” ed inertizzerà e disattiverà la coazione a ripetere .Che è come dire che l’interpretazione ha sul circuito nevrotico lo stesso effetto che ha l’osservazione sul fenomeno quantistico.).

 

 

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