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Se un individuo viene discriminato , per un qualsiasi motivo , dal suo ambito sociale vive com’è evidente una vita difficile.

Può accadere che l’individuo viva un profondo sentimento di discriminazione dovuto al fatto che la sua coscienza ferocemente emargina e discrimina da sé  i contenuti inconsci dell’individuo stesso.

Per cui quel sentimento ,inspiegabile per l’individuo , è il sentimento che il suo Sé profondo vive e trasmette all’ego.

Essendo inspiegabile per la coscienza l’individuo strutturerà ben presto una visione del mondo nel quel tenderà ad esaltare rispetto alla sua percezione gli elementi di discriminazione presenti nel suo ambito sociale ,elementi  che egli vivrà come diretti contro di lui.

Talora egli inconsapevolmente andrà a vivere in ambiti che veramente azionano nei suoi confronti atteggiamenti discriminatori oppure esperirà comportamenti inconsapevoli che quegli atteggiamenti susciteranno.

La sua condizione psichica lo indurrà inconsapevolmente a creare l’ambito che giustifica quel sentimento profondo che egli vive dentro di sé.

Si può leggere la cosa anche in altro modo.

Egli crea inconsapevolmente quell’ambito ,visionario o reale , che lo discrimina affinchè la sua coscienza prenda nota dell’azione discriminatoria che essa esercita nei confronti dell’inconscio e del Sè.

Questa condizione psichica può trovare uno sbocco comportamentale opposto a quello prima descritto.

L’individuo svilupperà idee e comportamenti intensamente discriminatori nei confronti della diversità , quale che essa sia.

Proietterà sulla diversità la sua propria interiore diversità (rispetto alla unilateralità della sua coscienza) disprezzando e discriminando l’altro.

Come al solito il carnefice e la vittima vivono nella stessa persona.

Il liberarsi ,apparentemente , di uno o dell’altro proiettandolo fuori di sé attenua la tensione del conflitto interiore ed ammorba l’ambiente .

 

 

 

 

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