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La coscienza dissociata la quale ha dovuto sostituire l’immagine del Sé dell’individuo con una quantità di protesi di essa (il c.d. falso sé) recepisce continuamente informazioni sensoriali dalla realtà.

E’ questa la coscienza del Narciso.

Essa continuamente si rispecchia nella realtà sensibile e continuamente in sé stessa quella realtà a sua volta rispecchia.

Ciò che l’individuo dotato di una coscienza siffatta può esprimere è solo e continuamente una immagine espressiva rielaborata di ciò che quella coscienza dalla realtà sensibile ha recepito.

La realtà si riflette in esso e egli solo quella realtà è in   grado di esprimere.

Solo quella realtà e nulla di sé.

Nulla dei propri sentimenti e delle proprie emozioni il cui accesso alla coscienza è negato dalla coscienza dissociata.

Ed essendo quell’accesso alla coscienza negato è negato a quei sentimenti ed a quelle emozioni ogni possibilità di espressione.

Quei sentimenti e quelle emozioni troveranno perciò vie somatiche per esprimere sé stessi.

Esattamente come tutti i componenti istintuali dell’inconscio cui quell’accesso a quella coscienza è altresì negato.

Quando qualcosa dei tanti componenti dell’inconscio è riuscito ad essere integrato dalla coscienza attraverso di esso si esprimerà volta a volta una forma creativa della espressione.

Sarà allora poesia, racconto, pittura , musica , ecc. ecc..

Un canale di comunicazione attraverso un qualche istinto il quale è riuscito a raggiungere la coscienza e una parte di essa ha perciò trovato un qualche radicamento  nell’istintività inconscia contribuendo così a produrre espressione creativa.

Contribuirà a portare nella realtà cose che nella realtà sensibile prima non esistevano.

Un verso , una immagine pittorica ,un accordo musicale.

La creatività dell’individuo dice del suo bisogno di esprimere i contenuti del suo inconscio, del suo Sé più o meno negato, della sia istintività più o meno repressa.

Essa creatività , più o meno intensa che sia, è pur sempre una benefica valvola di sfogo per quei contenuti negati i quali nella espressione creativa in qualche modo simbolicamente si rappresenteranno.

Rappresentazioni simboliche dalle quali talora, raramente , potranno essere interpretati i  significati che  quelle immagini,  quei versi , quelle trame  veicolano.

Solo l’espressione musicale sembra sfuggire a questi sforzi interpretativi in quanto ciò che essa esprime dice in un linguaggio semanticamente incomprensibile.

Si potrebbe anche  pensare che la musica rappresenti ed esprima quei  sogni che la coscienza, priva della sua capacità intuitiva, non riesce a comprendere.

Quel più o meno labile canale di comunicazione può espandersi grazie alla psicoanalisi nella direzione di diventare un fecondo rapporto di comunicazione tra contenuti istintuali dell’inconscio e la coscienza nella direzione di uno  sviluppo psichico adulto.

Al contrario può accadere che quel canale di comunicazione che produce espressioni di creatività improvvisamente si insterilisca in quanto la coscienza rinserri per un qualche motivo la sua stretta sull’inconscio chiudendo quello spiraglio di comunicazione.

E gettando così l’individuo creativo in uno stato d’animo che molto assomiglia ad una morte interiore.

 

 

 

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