Quando uno stimolo sensoriale diventa troppo intenso uno dei primi livelli di difesa dell’individuo è l’inconsapevole parzializzazione a livello di coscienza della propria capacità di percezione del segnale.

Quello che inconsapevolmente ed automaticamente fa la pupilla quando la luce diventa troppo intensa (il suo restringimento) e quello che consapevolmente fa l’individuo nella stessa occasione (abbassare o chiudere le palpebre) la coscienza fa ancora prima abbassando la propria capacità di percezione.

In altre parole la coscienza diminuisce la  percezione psichica del livello del segnale allo scopo di difendere l’integrità della coscienza stessa.

E ciò a livello di ciascuno dei cinque sensi.

Per esempio se il bambino è esposto ad un ambiente troppo rumoroso è la capacità psichica di percezione acustica che viene parzializzata. E ciò senza che in un primo momento si manifestino danni a livello della anatomia della funzione uditiva.

Lo stesso dicasi per la capacità di visione, per la capacità tattile ,olfattiva , visiva e gustativa.

Se questa forma di difesa viene attivata nel corso dell’imprinting infantile è possibile che la limitazione della capacità di percezione permanga come forma di apprendimento permanente anche  quando le sollecitazioni sensoriali non sono più così aggressive e violente di quando esse hanno causato quella forma di difesa.

Si tratterebbe, come ipotesi , quando non si è in presenza di danni organici agli apparati sensoriali, di forme di difesa psichica passive che la terapia analitica è in grado di far superare sia facendo superare il trauma iniziale sia contribuendo a sostituire la micro struttura psichica percettiva con altre microstrutture sostitutive più efficienti aventi la stessa funzione di quella originariamente danneggiata.

 

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