Riepilogo brevemente :Un gattino maschio di pochi mesi, per motivi non noti ma sicuramente traumatici, perde circa un 40% della codina (circa tre o quattro cm) e sparisce per un paio di giorni.

Si teme che la ferita della coda possa infettarsi ed il gattino soccombere.

In realtà dopo un paio di giorni il gattino riappare.

L’evento traumatico non è però senza conseguenze. Mentre la sorella cresce forte e vigorosa il maschietto rimane di taglia più minuta.

Ma è il comportamento a rivelare il danno prodotto dal trauma, danno evidentemente fisico ma con conseguenze anche a livello psichico.

Infatti mentre la sorella cresce forte e ben presto si affranca dal legame materno il maschio continua a cercare anche dopo più di sei mesi da quel trauma il contatto affettivo con la madre (la quale nel frattempo sta allattando i quattro cuccioli del parto successivo).

Non solo. Ogni volta che gli è possibile cerca di succhiare il latte dalla madre.

In altri termini la crescita psichica del gattino è rimasta danneggiata e bloccata dal trauma infantile ed il gattino non è diventato psichicamente adulto rimanendo invece ancora cucciolo.

Dopo più di sei mesi e nel corso dell’ennesimo tentativo di farsi allattare dalla madre (che nel frattempo è ancora gravida)  quest’ultima con inusitata ferocia allontana il maschietto ancora infantile.

L’evento determina una conseguenza:da quel momento il maschietto tenta di accoppiarsi con una femmina del gruppo.

Cosa se ne deduce:

-          Il trauma fisico subito dal gattino ha avuto ripercussioni psichiche con conseguenze evidenti  sia fisiche che comportamentali (e perciò di origine psichiche);

-          Il gattino traumatizzato come ulteriore conseguenza comportamentale non riesce a distaccarsi dalla madre (e dalla figura materna interiorizzata) fino a quando al distacco non provvede la madre evidentemente esasperata dal comportamento del figlio;

-          L’azione materna ha come conseguenza che il figlio conquista la sua posizione di maschio che evidentemente il trauma gli aveva impedito di conquistare;

-          I gatti (ma direi in genere i felini e gli animali superiori) hanno un inconscio ed una coscienza , subiscono traumi psichici che influenzano pesantemente il loro sviluppo psichico e comportamentale, una specie di contro-trauma (il violento allontanamento da parte della madre) consente loro una ripresa dello sviluppo psichico restituendo l’animale traumatizzato alla sua normalità.

-          Quel contro-trauma parrebbe corrispondere alla presa di coscienza del/i trauma infantili vissuti dal bambino nel corso dell’imprinting ,trauma/i che gli hanno bloccato la crescita psichica.

-          La presa di coscienza, nel corso del percorso analitico, di quelle esperienze traumatiche e bloccanti consente l’automatico avvio o riavvio  del processo di crescita psichica istintuale e senza che l’interessato se ne renda conto da quel momento avviene nella sua psiche una serie di mutamenti nella direzione della crescita . Egli non si rende conto di nulla ma godrà lentamente nel corso del tempo dei mutamenti comportamentali positivi conseguenti.

-          La psicoanalisi è tale solo quando aiuta la Natura a riprendere il suo corso nella psiche dell’individuo, corso impedito da un imprinting infantile ostile alla crescita.

 

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